Il monosandalos nella storia dell’arte
Il monosandalos nella storia dell’arte.
Storia, origini e significati
Fondazione Italo Zetti, Milano, 2010.
L’indagine si propone di tracciare una storia per immagini, a metà tra iconologia ed antropologia, del cosiddetto Monosandalos, ossia il personaggio che si caratterizza per l’avere un solo piede calzato.
Risalendo alle sue origini più remote, identifichiamo il monosandalos come una delle possibili forme visive (al pari della zoppia e della claudicazione) che esprimono attraverso l’asimmetria verticale la condizione dell’uomo in bilico tra la vita e la morte. Simbolo rituale di un pericolo immediato ma necessario, esso è peculiarità di chi vive un passaggio iniziatico.
Tracce evidenti della sua presenza si hanno nella mitologia greca, a partire dal mito di Giasone che perde un calzare nelle acque del fiume e verrà riconosciuto proprio perché monosandalos. Esempi simili si riscontrano nelle figure di Edipo ed Efesto, nel mito di Licurgo e in quello di Filottete, per non parlare della chiara sopravvivenza in ambito fiabesco della figura di Cenerentola.
Il parallelismo tra episodi mitologici, notizie storiche e rappresentazioni visive è particolarmente stringente nell’età antica e tardoantica, ma l’indagine prosegue verso l’età moderna per capire i canali e le forme attraverso cui il monosandalos sopravvive.
Troviamo figure semicalzate nelle scene di Flagellazione, in alcune opere di carattere satirico ed in altre di carattere allegorico. Ma soprattutto, veniamo all’esempio più lampante ed enigmatico, è rappresentata come monosandalos una delle Vergini Stolte affrescate dal Parmigianino nel sottarco della Chiesa di Santa Maria della Steccata in Parma, ultima grande opera compiuta dall’artista.
Sulla scorta della ricerca iconografica l’autrice ipotizza che l’asimmetria verticale, abbandonato l’antico significato rituale, possa essere letta come il segno di uno squilibrio morale, psichico e fisico, simbolo di una certa devianza dalla norma sociale, inclusa la cosiddetta “Follia”.
